
La diagnosi di DSA, a volte rasserena, a volte crea ansie, in ogni caso per ogni genitore la prima domanda che ne consegue è:
e adesso come lo aiutiamo?
Non esiste una risposta univoca, e le indicazioni devono essere individuate e date da una logopedista.
Può essere deciso un percorso di potenziamento come può essere intrapreso un cammino di accompagnamento di tipo compensativo e dispensativo, sempre dopo attenta analisi delle caratteristiche individuali.
L’introduzione di uno strumento compensativo informatico non è necessario a tutti. Sono molti gli aspetti da prendere in conto prima che la logopedista ne dia indicazione:
- Quali sono le caratteristiche del disturbo manifestato?
- Qual’è il reale funzionamento scolastico?
- Quali sono le abilità dell’allievo?
- Qual’è il suo grado di accettazione?
- Quali implicazioni avrebbe l’introduzione di uno strumento?
- Qual’é lo strumento più adatto?
- Qual’è il livello di organizzazione e autonomia?
Il rischio di cadere nell’equazione DSA = iPad è grande, ma purtroppo non esiste una ricetta uguale per tutti, e non necessariamente l’iPad è la soluzione.
L’introduzione di un mezzo compensativo va fatta riflettendo innanzitutto su tutte le implicazioni che ne conseguono, ci sono situazioni dove non rappresenta la priorità, altre dove non verrà neanche proposto.
È importante considerare la situazione leggendola da ogni direzione. Uno strumento dato in maniera non opportuna, può portare a grandi frustrazioni, perché da solo, non sarà mai sufficiente per far funzionare le cose. Un iPad va introdotto all’interno di un progetto chiaro, condiviso e ben costruito a misura dei bisogni del ragazzo DSA.
Quale sia il mezzo giusto per un ragazzino DSA è una decisione non unica né univoca, anche se abbiamo potuto osservare che l’iPad ha numerosi vantaggi a livello di accessibilità, portabilità ed accettazione, ci sono situazioni dove può essere deciso che questo non sia il mezzo indicato, e in cui si vada quindi a scegliere altri strumenti quali per esempio il pc, o magari nessuno.